In Visita a Trieste

In Visita a Trieste

Troppo spesso considerata solo una città di passaggio per chi va a trascorrere l’estate in Istria o Slovenia, Trieste merita invece più di una visita di qualche ora. Non l’aiuta, certo, la fama che si porta dietro di città decadente che non ha molto da offrire. In realtà, come scrisse Umberto Saba che qui nacque e visse, Trieste è una città con una scontrosa grazia. Non aspettatevi, quindi, un’accoglienza da cartolina che altre città riservano ai turisti venuti a portare soldi. Trieste è lì e si svela solo a chi ha voglia di scoprirla.

Il valore di questa passeggiata sta anche nell’evoluzione della toponomastica. Per dire, piazza Unità d’Italia, dove hanno sede il Municipio, la Prefettura e la Giunta Regionale del Friuli Venezia Giulia, si chiama così solo dal 1955, dopo la fine dell’esperienza storica del Territorio libero di Trieste. Prima, si chiamava piazza San Pietropiazza Grande e, infine, dopo il 1918, soltanto piazza Unità. Quello stesso anno, il 3 novembre 1918, sul molo San Carlo attraccava l’“Audace”, cacciatorpediniere della Marina italiana. Da qui, quattro anni più tardi, la decisione di cambiar nome anche al molo, con la contestuale apposizione di una rosa dei venti in bronzo a ricordo dell’avvenimento. Al di là dei singoli episodi e di tutta l’aneddotica collegata, questa piacevole passeggiata è davvero la prima cosa che fanno quasi tutti i turisti che mettono piede in città per la prima volta. Dentro, infatti c’è tutto: la storia, abbiamo detto, ma anche l’arte e l’architettura di questa città ponte tra il Mediterraneo e l’Europa continentale. Consigliatissima!

Proprietà del comune dagli anni ’30 del secolo scorso, il Castello di San Giusto è considerato da molti il simbolo più importante di Trieste. Certamente conta l’ubicazione, il fatto di trovarsi sul colle più alto della città da cui era possibile controllare agevolmente tutto quel che succedeva a valle, soprattutto i pericoli provenienti dal mare. Non a caso, Colle San Giusto è il nucleo abitativo più antico della città, modificato da Romani, Veneziani e Austro-Ungarici succedutesi nel corso dei secoli. All’interno della struttura, che il comune utilizza per manifestazioni ed eventi culturali, ci sono due musei: il Museo Civico, che ospita, tra l’altro, una ricca collezione d’armi (armature, spade, pugnali, pistole, ecc.) e il Lapidario tergestino, spazio museale dove sono conservati 130 reperti lapidei di età romana, tra cui monumenti funebri e sculture a bassorilievo.
Che Trieste sia una città unica lo capisci anche prendendo il tram. Il tram di Opicina, infatti, non è un semplice mezzo pubblico di trasporto, ma una gita fuori porta suggestiva e panoramica. È così anche per i triestini che se ne servono giornalmente, figurarsi per un turista che a un certo punto si trova “appeso” – è proprio il caso di dirlo – su una pendenza del 26%. E già, perchè questa antica linea tranviaria, risalente alla fine del XIX secolo fu inaugurata per collegare il piccolo centro abitato di Opicina con il centro città. Con gli anni, ovviamente, questo servizio ha favorito l’espansione edilizia collinare e così le fermate sono diventate via via di più. La linea 2 del tram parte da Piazza Oberdan, nel centro di Trieste, e termina a Villa Opicina, a 329 metri sul livello del mare. Cinque chilometri di percorrenza, tra cui i famosi 800 metri in pendenza cui abbiamo accennato poco sopra, e 12 fermate. Guai a dimenticare la macchina fotografica!
A Trieste non c’è solo il Castello di San Giusto. A circa 10 chilometri dal centro cittadino c’è il Castello di Miramare. Una location d’eccezione, sul promontorio di Grignano, costruita tra il 1856 e il 1860 per farne la residenza principesca del Duca Massimiliano d’Asburgo e la consorte Carlotta del Belgio. L’anno precedente l’inizio dei lavori, Massimiliano d’Asburgo aveva provveduto all’acquisto di questa vasta area, affascinato dalla sua natura impervia e la posizione a picco sul mare. Infatti, oltre al Castello, oggi adibito a Museo storico, il nobile ebbe premura di trasformare in parco gli oltre 20 ettari di terreno attorno il palazzo. Parco che tuttora è una straordinaria testimonianza della capacità di trasformazione dell’uomo a dimostrazione, ove mai ce ne fosse ancora bisogno, che la distanza tra “natura” e “cultura” è molto minore di quel che abitualmente siamo portati a pensare. Non è finita, perchè negli anni ’90 del secolo scorso anche lo specchio acqueo attorno l’area è stato trasformato in Riserva marina. Un’area marina protetta in cui è possibile praticare diverse attività subacquee dal diving allo snorkeling.
La Grotta Gigante è quello che nel linguaggio pubblicitario gli anglosassoni definiscono “must”, vale a dire un appuntamento imperdibile, una cosa assolutamente da fare. E in effetti, quasi non c’è lista con le cose da fare e vedere a Trieste che non elenchi questa grotta risalente al neolitico. Grotta che ha fornito anche un contributo fondamentale alla nascita della speleologia moderna, dacché le prime esplorazioni sostenute da criteri scientifici sono state effettuate proprio in questo anfratto a partire dal 1840 del secolo scorso. Lo sviluppo turistico, invece, risale ai primi del ‘900 ed è successivo alla realizzazione della scala d’ingresso (500 gradini) e all’elettrificazione della “Grande Caverna”, la sala principale della grotta situata a 120 metri sotto la superficie, lunga circa 170 metri e larga circa 80 metri. Ovviamente, un sito così importante da un punto di vista naturalistico non poteva che averne anche uno digitale con tutte le informazioni necessarie per la visita (www.grottagigante.it). Dal canto nostro, l’unica raccomandazione è quella di indossare un abbigliamento adatto all’escursione. Non solo le scarpe, ma anche una felpa (o indumento simile) tenuto conto della profondità e della diversa temperatura. Da vedere!